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Post-verità, fake news e content marketing

Data pubblicazione 09-04-2018

Le fake news passano anche per il content marketing. Come difendere la credibilità del brand e vincere il premio della fiducia?

Nel 2016 l'Oxford Dictionaries ha eletto come parola dell'anno post-truth, mentre nel 2017 il Treccani ha inserito tra i propri vocaboli post-verità: Argomentazione, caratterizzata da un forte appello all'emotività, che basandosi su credenze diffuse e non su fatti verificati tende a essere accettata come veritiera, influenzando l'opinione pubblica”.

 

Tale definizione può essere immaginata nella realtà quotidiana come il lento tramonto del dibattito, il graduale impoverimento delle tesi sostenute e l'innalzamento di muri intellettuali.

 

Uno dei principi fondanti della post-verità è infatti la mancanza di verifica dei fatti e il potere che questi ultimi hanno sull'emotività collettiva, o almeno su una parte della collettività. Queste fonti non verificate sono le fake news, notizie false diffuse allo scopo di scatenare odio, paura, indignazione e di pilotare l'opinione pubblica.

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Il concetto di fake news si è inizialmente diffuso nel mondo del giornalismo, per poi dilagare senza limiti all'interno del web, dei social network e, conseguentemente, del content marketing.
Una diffusione così ampia e pregnante da aver portato Facebook, Google e gli altri big di internet a correre ai ripari.

 


POST VERITÀ E FAKE NEWS: L'INFLUENZA SUL CONTENT MARKETING

 

In che modo post-verità e notizie false influenzano il content marketing?

 

Ancora una volta la partita si gioca sul campo della fiducia.

 

In un web dominato da notizie false così veloci da non poter essere controllate, l'unico modo per costruire la propria credibilità è un costante impegno nel fact-checking, cioè nel controllo delle fonti. Perché, anche se il content marketing è diverso dal giornalismo, ha comunque bisogno di conquistare la fiducia di followers e clienti sempre più spaesati e disillusi.

 


LE FAKE NEWS POSSONO NUOCERE AL BRAND?

 

Sì, e in modo irreversibile. Che la notizia falsa sia stata diffusa dal brand o sul brand, è sempre questo a perdere di credibilità e ad essere screditato agli occhi dei consumatori. Per cui, se si vuole costruire una buona lead generation, con contenuti di qualità e di valore, è meglio tenersi il più lontano possibile da fonti e notizie non attendibili.

 

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Le regole del gioco sono cambiate, ma solo per diventare più rigorose. Se si agisce in buona fede, è sicuramente molto importante prestare particolare attenzione alle fonti da cui si prendono le informazioni. Un consiglio valido per tutti, ma in particolar modo per chi si occupa di brand journalism. Perché una notizia falsa e la diffamazione online possono distruggere un brand.

 


IL CONTENT MARKETING SOPRAVVIVERÀ ALLE FAKE NEWS?

 

Per evitare le fake news è consigliabile seguire delle prassi corrette e avvalersi dei collaboratori giusti.

  • È fondamentale verificare le fonti a tutti i livelli della strategia di content marketing, dalla stesura del piano editoriale alla creazione dei contenuti.

  • È importante produrre contenuti seo oriented, originali, pertinenti e di qualità. L'algoritmo di Google penalizza i contenuti copiati da altri siti, brevi e non veritieri.

  • È utile avvalersi, oltre che di un content strategist e di un content writer, anche di un fact-checker che si assicuri della fondatezza dei contenuti con strumenti e metodologie specifiche.

Insomma, avere una corporate social responsability ben definita è fondamentale per quei brand che vogliono costruire un legame forte e duraturo con i consumatori e con i followers, basato su valori che non temono il passare delle mode, come la credibilità, la fiducia e la verità.